Sono nato nel 1960 a Torino,
Dal 1979 lavoro come Art Director, Direttore Creativo, Grafico e Illustratore in e per Importanti Aziende e Agenzie Pubblicitarie, oltre che come illustratore sia un campo pubblicitario che per l’editoria, con case editrici italiane ed estere. Le tappe importanti della mia carriera professionale sono state l' Agenzia Armando Testa dove ho lavorato 14 anni come Art Senior, che considero un'esperienza fondamentale nel mio percorso professionale avendo avuto la fortuna di conoscere e collaborare direttamente con un maestro come Armando Testa. La Ferrero dove sono stato Vicedirettore Creativo della Pubbliregia(l'agenzia pubblicitaria interna).
Il ricordo di un posto molto accogliente e amichevole, un tepore coerente con il clima della Riviera.
Un porto di mare della risata... velato di quella malinconia che pervade chi, cercando un sorriso, si trova a dover parlare di cose serissime.
Per me l’umorismo è un modo artistico e furbo di aggirare il senso tragico della vita, mettendo in evidenza il suo lato a volte grottesco, perché, come diceva Ennio Flaiano: *"La situazione è tragica ma non è seria!"*
In una delle mie vite, quella da umorista, vedo molte cose realizzate e mutuate quasi inconsciamente da un grande maestro della comunicazione pubblicitaria come Armando Testa, che ho avuto l’onore di conoscere, con cui ho avuto la possibilità di lavorare e che mi ha lasciato addosso il gusto e il piacere per la sintesi, per l’ironia e per la semplicità, sempre condita da una grandissima umiltà. Nel senso che, quando si usa il linguaggio visivo o testuale per creare qualcosa di artistico che trasmetta un messaggio al proprio pubblico, bisogna avere l’umiltà di renderlo estremamente semplice ed estremamente comprensibile.
Forse umoristi si diventa per necessità, perché è un modo arlecchinesco di aggirare la realtà che a volte può essere anche dura e sgradevole, cogliendone il lato più comico e incongruo. Quindi, anziché menare le mani, un umorista mena con la matita o con la penna, che possono essere più o meno graffianti e puntute. Sono armi che a volte alleggeriscono situazioni pesanti, ma a volte lasciano segni come fossero lividi. Proprio perché, quando il tono sembra scherzoso, le difese di chi guarda o di chi ascolta sono abbassate, diventa più facile centrare il cuore del tema.
La mia vita professionale è stata caratterizzata, e spero sarà caratterizzata ancora a lungo, da rischi. Io, per natura, amo mettermi in gioco, a costo di dover spesso scendere di qualche scalino e ricominciare il mio percorso daccapo. L’ho fatto più volte e non sono pentito di questo, anche se a volte questa non è una strategia vincente dal punto di vista della sicurezza economica. Ma, come diceva il grande De Crescenzo: *"Siccome non puoi allungare la tua vita, non ti resta che allargarla."* La mia scelta è stata di mettere ingredienti molto diversi tra loro nella mia vita privata e anche nella mia vita professionale, per renderla più saporita e interessante per me e, spero, anche per gli altri.
Una vignetta da me realizzata, che purtroppo è stata e sarà sempre molto attuale per la metafora di ciò che rappresenta, è un’immagine creata con la mia tecnica di foto-collage. Si tratta di una crocifissione in cui Gesù ha le braccia inchiodate al calcio di due pistole incrociate.
Il manifesto che mi piace di più, e che comunque ho più presente del festival, è quello di Quino. Con la sua grande capacità di sintesi e con il suo tratto meraviglioso, rappresenta un naufrago su una piccola isola che si appresta a lanciare in mare una bottiglia con un messaggio, ma il mare è completamente pieno di bottiglie con messaggi. Questa è la nostra situazione contemporanea, soprattutto se pensiamo all’affollamento di messaggi fruibili sui social, che sono una grande opportunità ma anche un grande buco nero, dove l’eccesso di comunicazione diventa incomunicabilità.
L’umorismo oggi, secondo me, vive una doppia condizione. Da un lato, le situazioni politiche, sociali, ambientali ed economiche rendono sempre più amaro e più difficile fare dell’umorismo nel senso ridanciano del termine. In questo caso, il ruolo di un umorista è quello di trovare un canale per indurre le persone a soffermarsi sulle cose e a pensare. Dall’altro lato, viviamo in un’epoca particolarmente folle, dove, grazie alle grandissime possibilità di diffusione del proprio pensiero attraverso i social e mille altri canali di comunicazione, la realtà è senza filtri ed è sempre due passi più avanti, quanto a ridicolo e surreale, rispetto a quello che un umorista può arrivare a immaginare. È quindi una grossa sfida rimanere in equilibrio tra queste due realtà.
ASSOCIAZIONE SALONE INTERNAZIONALE UMORISMO
La manifestazione non avrebbe potuto durare per oltre cinquant'anni senza il contributo di numerosi "volontari" e "precettati" che hanno portato entusiasmo e voglia di fare qualunque fosse l'incombenza ricevuta, con turni di lavoro ottocenteschi! Dalla scelta dei disegni, alla preparazione dei pannelli (sempre gli stessi ogni anno), all'affissione con spillette varie delle centinaia di disegni fino alla presenza sul palco.
Vogliamo quindi ringraziare, in ordine assolutamente sparso ma a pari merito di contributo, tutti quelli che ci vengono in mente scusandoci se ne tralasciamo qualcuno, ma siamo pronti a rimediare!
Gli sponsors: Agnesi, Olio Calvi, Olio Carli, Pallanca, Martini & Rossi, Atkinsons, Seat - Pagine Gialle, Fiat, Citizen, La Stampa, Radio Montecarlo, ecc.
Le attività ricettive, Chez Louis, Bar GP, La Vecchia, Mino du Re Dolceacqua, Terme di Pigna, Ristorante Cacciatori Imperia, Hotel Michelin,
I presentatori: Luisella Berrino, Cesare Viazzi, Roberto Basso (Rama di Palma d'Oro 1985)
Gli addetti dell'Azienda Autonoma di Soggiorno e del Comune di Bordighera