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Marco De Angelis

Marco De Angelis

Roma, 1955  

Vignettista, illustratore e giornalista professionista. Con lui il Salone ha un legame molto stretto. Arrivato a Bordighera poco più che ventenne nel 1975, è rimasto un assiduo frequentatore fino al 1999 maturando  un reciproco rapporto di stima con tutto il mondo del Salone. Infatti, è Palma d’Oro nel 1997 e due volte Premio Consiglio d’Europa. I suoi disegni sono comparsi su oltre 200 tra riviste e quotidiani nazionali e internazionali, ha realizzato le illustrazioni di innumerevoli libri per ragazzi e ha pubblicato vari titoli come autore. Ha ricevuto oltre 150 premi nazionali e internazionali e nel 2018 e nel 2020 viene selezionato al Cartoon Home Network International come uno dei 10 migliori cartoonist nel mondo. Finalista della 76ma edizione dei Premi Reubens dell’importante e storica National Cartoonists Society americana. È caporedattore del mensile online Buduàr.

Parola di Umorista

Latitudini e lingue diverse, vite personali e vite collettive, l’umorismo come cartina di tornasole del mondo
Un ricordo di Bordighera e del Salone

Di ricordi belli ne ho veramente molti, a partire dalla prima sera, nel 1975, in cui giunsi da Chez Louis disegnatore ventenne, senza conoscere ancora nessuno e fui subito accolto dai veterani con grande cordialità. Lo stesso Cesare Perfetto mi presentò ad alcuni disegnatori, italiani e stranieri, con cui poi strinsi rapidamente amicizia, tanto che alcuni svolsero un ruolo importante nella mia esperienza professionale. Fu l’inizio di una bellissima e grande avventura che segnerà la strada della mia vita.

Cosa ti è piaciuto del Salone?

Il Salone era l’unico modo per vedere i disegni originali di autori di tutto il mondo, soprattutto di quegli artisti straordinari dei Paesi dell’Europa dell’Est, di cui allora era praticamente impossibile conoscere la produzione o le pubblicazioni. Ma di Bordighera mi piaceva principalmente conoscere personalmente gli altri disegnatori e trascorrere con loro giornate ricche di chiacchiere sul nostro lavoro, condividendo le proprie esperienze professionali, oltre a divertirsi insieme nell’allegro spirito che permeava il Salone. Fu una scuola professionale importante, in tempi in cui non c’era internet, e quindi era molto difficile avere una finestra aperta sull’ umorismo mondiale. Allora non c’erano ancora scuole specializzate in illustrazione o fumetti e tutto si basava su una formazione da autodidatti, sulle basi artistiche essenziali fornite dal liceo.

Cos'è per te l'umorismo

L’umorismo per me è uno stato dell’animo che ci pone in un modo trasversale nei confronti degli altri e del mondo, osservandoli in modo leggero e critico al tempo stesso. Per me è una sorta di filosofia di vita che mi ha sempre consentito di vedere attraverso i fatti e le persone, spesso con effetto autoterapeutico. L’humour ideale dovrebbe stimolare il ragionamento oltre che la risata, senza appannamenti emotivi, ma entrando in empatia con l’argomento trattato. Esso diventa satira, poi, quando usa la propria forza critica per commentare, lanciare messaggi, far pensare, fino ad assumere valore giornalistico, se calato nell’attualità, e quindi allargando il proprio ruolo unendo il sorriso all’utilità dell’informazione. 

La tua vita da umorista se ti volti indietro, che disegno vedi ?

Tra migliaia di disegni realizzati, credo che quello per me più significativo sia il disegno premiato con la Palma d’Oro al Salone del ’97: per carità, non per il fatto che sto parlando del Salone e quindi non ne consideri tanti altri, ma proprio perché è stato per me una delle mie tappe più importanti, un traguardo professionale, che mi ha ricaricato e dato un’ulteriore spinta in avanti dopo più i vent’anni di attività. Inoltre è un disegno sulla guerra, i profughi, la politica internazionale, che purtroppo si dimostra ancora più che attuale dopo trent’anni da quando è stato realizzato. 

Umoristi si nasce o si diventa?

Chissà… Per me molti di noi nascono con un potenziale senso dell’umorismo, forse parte dell’eredità genetica, al contrario di altri, ma dipende dall’ambiente che ci circonda, dalla famiglia, dalle esperienze, se si sviluppa, se viene coltivato a dovere e diventa parte del carattere, oppure resta ad uno stato basico o, malauguratamente, si estingue.

Rischio o prudenza cosa ha caratterizzato di più la tua vita professionale?

Lavorando molto nella satira e in particolare in quella politica, il rischio è stato un elemento costante nella mia produzione. Non si può fare satira se non si osa colpire personaggi o criticare avvenimenti. Certamente, però, un commento giornalistico, seppure grafico, deve sempre tener conto degli argomenti sensibili, da trattare in modo critico, ma con abilità.

Una tua vignetta che vorresti dedicare oggi al Salone, perché

Forse proprio quella che realizzai per il 43° Salone, dedicato a Colombo, e per la quale presi il Premio Consiglio d’Europa. Colombo che fa l’equilibrista camminando sul vuoto, su un filo teso tra due mondi, in fondo mi fa pensare allo stesso Salone alla scoperta del mondo dell’umorismo, che ha svelato e fatto conoscere in tutti i suoi aspetti. In fondo anche adesso, in cui il Salone è tornato dopo tanti anni, si è intrapresa una nuova entusiasmante avventura.

Il manifesto del Salone che ti piace di più, perché?

I manifesti del Salone sono stati realizzati da molti dei più grandi autori mondiali, ma quello che è fisso nella mia mente, anche perché corrisponde all’edizione nella quale partecipai per la prima volta, nel 1972, è quello di Jacovitti. In questo poster c’è tutto Jacovitti, ma c’è anche tutto il Salone, la sua internazionalità, lo spirito giocoso delle giornate bordigotte, la sana follia dell’umorismo tra palme, mare e disegni. 

Umorismo oggi: il suo stato di salute . E dietro la curva?

L’umorismo purtroppo non gode di buona salute. La crisi della carta stampata vede sempre meno disegni umoristici e satirici pubblicati sui giornali, che nella riduzione delle collaborazioni e dei compensi prevedono sempre meno l’uso di disegni, a parte quelli acquistati dalle agenzie a bassissimo costo. I giornali umoristici, inoltre, sono quasi estinti, a causa della mancanza di pubblicità, dei costi di produzione e distribuzione, sopravvivendo soltanto il mensile online Buduàr, proprio perché vive sul web, oltre a qualche giornale locale. I social hanno in parte svolto un ruolo di diffusori di umorismo e satira, con una globalizzazione dell’informazione e dell’humor, ma in buona parte anche hanno immesso in rete materiale di scarsa qualità, sia grafica che di contenuti, e hanno portato a sempre una maggiore tendenza a violare in vari modi il diritto d’autore. 
Dietro l’angolo non so proprio cosa ci aspetterà, visto che ora è spuntata anche l’Intelligenza Artificiale a renderci la strada sempre più insidiosa.

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Salone Internazionale dell'Umorismo

La manifestazione non avrebbe potuto durare per oltre cinquant'anni senza il contributo di numerosi "volontari" e "precettati" che hanno portato entusiasmo e voglia di fare qualunque fosse l'incombenza ricevuta, con turni di lavoro ottocenteschi! Dalla scelta dei disegni, alla preparazione dei pannelli (sempre gli stessi ogni anno), all'affissione con spillette varie delle centinaia di disegni fino alla presenza sul palco.

Vogliamo quindi ringraziare, in ordine assolutamente sparso  ma a pari merito di contributo, tutti quelli che ci vengono in mente scusandoci se ne tralasciamo qualcuno, ma siamo  pronti a rimediare!

Gli sponsors: Agnesi, Olio Calvi, Olio Carli, Pallanca, Martini & Rossi, Atkinsons, Seat - Pagine Gialle, Fiat, Citizen, La Stampa, Radio Montecarlo,  ecc.

Le attività ricettive, Chez Louis, Bar GP, La Vecchia,  Mino du Re Dolceacqua, Terme di Pigna, Ristorante Cacciatori Imperia, Hotel Michelin,

I presentatori: Luisella Berrino, Cesare Viazzi, Roberto Basso (Rama di Palma d'Oro 1985)

Gli addetti dell'Azienda Autonoma di Soggiorno e del Comune di Bordighera